Festival Internazionale “Cambi di Stagione”

Cambi di StagioneIl pianista Ramin Bahrami inaugura la seconda edizione del Festival Internazionale “Cambi di Stagione”

Venerdì 18 marzo 2011, ore 21 – Auditorium Fondazione Bottari Lattes
Monforte d’Alba, via Marconi 16 – Cn

Le date del festival:

18-20 marzo; 17-19 giugno
23-25 settembre; 16-18 dicembre

Con il pianoforte dell’iraniano Ramin Bahrami venerdì 18 marzo alle ore 21 si alza il sipario sulla seconda edizione del Festival Internazionale di musica da camera Cambi di Stagione. La rassegna è organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes e dall’Associazione Premio Bottari Lattes Grinzane di Monforte d’Alba (Cn), presso il loro Auditorium (via Marconi 16), con la direzione artistica dal compositore Nicola Campogrande.

In programma da venerdì 18 marzo fino a domenica 18 dicembre, il festival si presenta come un unicum nel panorama delle rassegne musicali, proponendo sedici concerti suddivisi in quattro momenti magici dell’anno: l’inizio delle stagioni, scanditi da equinozi e solstizi. Si svolgerà da venerdì 18 a domenica 20 marzo (primavera); da venerdì 17 a domenica 19 giugno (estate); da venerdì 23 a domenica 25 settembre (autunno); da venerdì 16 a domenica 18 dicembre (inverno).

Le stagioni dell’anno saranno così nuovamente accolte dalle note dei compositori più amati, interpretate da musicisti di fama internazionale per un viaggio attraverso cinque secoli di musica.

Saranno sul palco circa venti artisti provenienti da tutto il mondo (tra cui Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Iran e Israele): dai pianisti Ramin Bahrami, Antonio Ballista e Alexander Lonquich, al violoncellista Robert Cohen, al violinista Philippe Graffin. Senza dimenticare i giovani talenti, che hanno già ricevuto apprezzamenti in diversi palcoscenici europei, come Francesca Dego (violino), Francesca Leonardi (pianoforte) e i fratelli del Trio Broz (violino, viola e violoncello).

A fare da sfondo ai concerti sarà il paesaggio delle Langhe, capace di trasformarsi in mille intensità cromatiche durante lo sfumare di una stagione in un’altra e di presentarsi con profumi, sapori e proposte enogastronomiche sempre nuovi in ogni periodo dell’anno.

«Il successo della prima edizione – commenta il direttore Nicola Campogrande – è stato sorprendente: ad ogni concerto l’Auditorium si è riempito di un pubblico attento, esigente, festoso, e ogni volta i sorrisi in sala e la generosità degli applausi hanno confermato il piacere fisico, intellettuale, spirituale che la musica è riuscita a recare con sé. Per questo, e con un senso di enorme gratitudine nei confronti degli ascoltatori che ci hanno seguito, abbiamo voluto programmare un’edizione del festival ancora più ambiziosa, con musicisti e programmi che sapranno incuriosire anche le orecchie più esigenti».

Cambi di Stagione è associato con il Charleston Manor Festival (Gran Bretagna), festival estivo dedicato alla musica da camera, diretto dal voloncellista Robert Cohen.

A dare il benvenuto alla primavera sarà Ramin Bahrami, considerato uno tra i più interessanti interpreti bachiani viventi. Nato a Teheran, dopo la rivoluzione politica del suo Paese, Bahrami trova rifugio in Italia, dove si diploma in pianoforte con Piero Rattalino al Conservatorio di Milano. Approfondisce gli studi all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola e con Wolfgang Bloser alla Hochschule für Musik di Stoccarda, e si perfeziona tra gli altri con Rosalyn Tureck, l’artista che ha maggiormente influito sulla sua conoscenza dell’opera pianistica di Bach. Il primo debutto importante avviene nel 1998 al Teatro Bellini di Catania. Da questo momento  si susseguono le esibizioni presso le maggiori istituzioni musicali d’Italia, e nel 2008 alla Wigmore Hall di Londra. Nel 2009 Decca Universal (con la quale ha un contratto in esclusiva) ha pubblicato Ramin Bahrami plays Bach, box di sei cd con tutte le registrazioni bachiane incise fino a quel momento e una selezione di esecuzioni live. È in uscita (22 marzo) l’album Johann Sebastian Bach: Piano concertos (Decca), realizzato don la Gewandhausorchester di Lipsia, diretta da Riccardo Chailly.

A Monforte eseguirà due concerti e, a segnare una assoluta novità nella sua carriera, proporrà la sua interpretazione anche di pagine non bachiane: venerdì 18 marzo (ore 21) eseguirà Wasserklavier di Luciano Berio, uno dei Six Encores, scritti tra il 1965 e il 1990, caratterizzati da forma breve, aforistica e solo apparentemente disimpegnata, e di Jahannes Brahms presenterà i Sei pezzi per pianoforte op. 118. Johann Sebastian Bach sarà invece in programma con la Sonata n. 3 per violino solo BWV 1005 l’Adagio in sol maggiore BWV 968 (trascritto per tastiera dello stesso Bach) e la Partita n. 6 in mi minore per clavicembalo BWV 830.

Sabato 19 marzo alle ore 21 insieme agli Archi dell’Orchestra Filarmonica di Torino e a Sergio Lamberto (maestro concertatore), Bahrami presenterà in prima esecuzione assoluta Energy/Fly, la versione per orchestra d’archi del nuovo quartetto del giovane compositore francese Régis Campo, appositamente preparata per Cambi di Stagione. Energia, allegria ed umorismo sono le caratteristiche del brano che, nella sua versione quartettistica, ha debuttato con successo in Giappone lo scorso giugno.

Bahrami e gli Archi dell’Oft proporranno quindi due concerti per clavicembalo di Bach, arrangiamenti da pezzi composti in origine per violino, oboe o flauto e orchestra, scritti in larga parte dal compositore durante la sua permanenza a Köthen tra il 1717 e il 1723. Si tratta del Concerto in re maggiore per clavicembalo e archi BWV 1054, trascrizione quasi fedele del concerto per violino BWV 1042, abbassato di un tono, e del Concerto in la maggiore per clavicembalo e archi BWV 1055, lavoro maturo e molto elaborato, basato su un concerto per oboe. Dalla raccolta di preludi e fughe Il clavicembalo ben temperato, gli Archi dell’Oft proporranno anche Preludio e fuga a 3 voci n. 4 in do diesis minore BWV 873 e Preludio e fuga a 3 voci n. 24 in si minore BWV 893, nelle trascrizioni per orchestra d’archi di David Del Puerto.

Domenica 20 marzo alle ore 12 sarà protagonista l’arpa di Floraleda Sacchi, una delle più originali arpiste sulla scena internazionale, da sempre dedita al repertorio solistico e alla musica da camera. Suona in importanti sale e festival in tutto il mondo e ha pubblicato diversi album tra cui: Minimal Harp (2008, Decca), un progetto per arpa sola; Harp Dances (2010, Decca), dedicato a ritmi di danza di autori spagnoli; Harp Favorites, con grandi classici della musica barocca (Deutsche Grammphon), Sophia Corri, una monografia per arpa sola (2009, Tactus), e Chiaroscuro (2007, Amadeus Arte), dove presenta per la prima volta le proprie composizioni. Dopo spettacoli di successo come Viaggio sulla Luna prodotto dal Planetario di Milano e Parole Alate con Moni Ovadia, ha recentemente collaborato con Ottavia Piccolo per Donna non rieducabile e ha recitato nell’omonimo film presentato alla sessantaseiesima mostra del cinema di Venezia, per il quale ha composto le musiche. Tra il 1997 e il 2003 ha vinto sedici competizioni internazionali. Le hanno dedicato brani originali numerosi compositori, tra i quali Nicola Campogrande, Peter Machajdik, Claudia Montero, Paolo Castaldi, David Clarck Little, Dimitri Nicolau, Gianluca Cangemi, Jean Chatillon, Luis Berenguer, Gianluca Podio.

A Cambi di Stagione Floraleda Sacchi aprirà il concerto con l’Allegro (Toccata per arpa sola) dalla Sonata VI in la maggiore di Pierdomenico Paradisi, conosciuto come uno dei brani dello storico Intervallo Rai. Suonerà quindi Jahla for Leopold Stowkowski e il quarto pezzo per arpa Avalokiteshvara di Lou Silver Harrison (1917-2003), progenitore dei minimalisti americani; Metamorphosis 1 e Metamorphosis 3, scritti da Philip Glass nel 1988 come adattamento teatrale di Metamorfosi di Franz Kafka; Pari intervallo di Arvo Pärt (nell’arrangiamento per arpa di Elinor Bennett), che si distingue per la sua musica dalle ripetizioni melodiche elementari, sequenze ritmiche ipnotiche, assenza di tonalità e modulazione. Concluderà con brani di autori spagnoli e argentini: Oriental e Andaluza da Danzas Españolas op. 37 del post-romantico Enrique Granados; Asturias e Cuba da Suite Española op. 42 per pianoforte di Isaac Albéniz, erede del virtuosismo lisztiano; Evocaciones (En algùn lugar de Plaza Francia, Buenos Aires bajo lluvia e Buenos Aires despierta) di Claudia Montero, giovane compositrice argentina.

Sempre domenica 20, alle ore 17 si terrà il concerto in duo delle giovanissime Francesca Dego (violino) e Francesca Leonardi (pianoforte).

Francesca Dego, vincitrice di numerosi concorsi nazionali e internazionali, nel 2008 è stata la prima violinista italiana a entrare in finale al Premio Paganini di Genova dal 1961, aggiudicandosi inoltre il premio speciale Enrico Costa riservato al più giovane finalista. La sua carriera l’ha portata a esibirsi in Italia, Stati Uniti, Messico, Argentina, Uruguay, Israele, Inghilterra, Irlanda, Germania e Svizzera. Diplomata al Conservatorio di Milano, si è poi perfezionata all’Accademia Stauffer di Cremona e all’Accademia Chigiana di Siena e al Royal College of Music di Londra. Ha suonato con importanti orchestre in tutto il mondo e ha lavorato con direttori di fama internazionale. È attiva anche in ambito cameristico. I suoi due primi cd, pubblicati nel 2005 e nel 2006 dalla Sipario Dischi, hanno incontrato subito il favore della critica.

Francesca Leonardi fin da giovanissima si è segnalata in diversi concorsi pianistici nazionali ed internazionali, vincendo quattordici primi premi. Diplomata al Conservatorio Verdi di Milano, ha tenuto recital in Italia, Regno Unito, Francia, Svezia, Svizzera e Giappone. Dopo il debutto a 16 anni, si è esibita come solista con diverse orchestre. Nel 2007 è uscito, per le Edizioni musicali, Classica Viva. Svolge attività concertistica anche nel campo della musica da camera collaborando con strumentisti e cantanti ed esibendosi regolarmente con la violinista Francesca Dego.

In programma la Sonata n. 9 in la maggiore per violino e pianoforte op. 47 “a Kreutzer” di Ludwig van Beethoven, nota per la difficoltà della parte del violino, l’insolita lunghezza e la grande portata emotiva (il primo movimento è prevalentemente furioso, il seconda meditativo e il terzo gioioso ed esuberante). Seguirà la Sonata in la maggiore per violino e pianoforte M. 8 (1886) di César Franck, uno dei primi esempi di sonata ciclica, dove il tema principale, esposto dal violino nel primo tempo, è riproposto e rielaborato in tutti e quattro i tempi, così come molti altri frammenti tematici.

Il cartellone del festival proseguirà con gli appuntamenti estivi, autunnali e invernali.

La luce dell’estate sarà salutata venerdì 17 giugno (ore 21) da Cristina Barbuti e dal musicista tedesco Alexander Lonquich che con un concerto per pianoforte a quattro mani faranno risuonare l’Auditorium con le note di Igor Stravinskij, Claude Debussy e Ludwig van Beethoven.

Sabato 18 giugno alle ore 21 saranno nuovamente sul palco gli Archi dell’Orchestra Filarmonica di Torino, complesso residente del Festival, guidato da Sergio Lamberto, con Wolfgang Amadeus Mozart, Edvard Elgar, Béla Bartók e Antonín Dvořák.

Domenica 19 giugno alle ore 12 il curioso trio di violino, violoncello e fisarmonica formato da Alessandro Tampieri, Alessandro Palmeri e Giorgio Dellarole, proporrà un’esplorazione di repertorio barocco, da Nicola Matteis ad Alessandro Stradella, da Antonio Vivaldi a Francesco Antonio Bonporti fino a Tomaso Antonio Vitali.

Torna quindi Alexander Lonquich con Franz Schubert e Franz Liszt.

Accoglierà l’autunno dall’Inghilterra Robert Cohen, uno dei più famosi violoncellisti del mondo. Suonerà insieme a Massimo Quarta (violino), Yuval Gotlibovitch (violista israeliano) ed Heini Kärkkäinen (pianista finlandese). In programma Franz Schubert, Felix Mendelssohn, Wolfgang Amadeus Mozart, Maurice Ravel, Johannes Brahms ed Ernest Bloch, in trio o in quartetto: venerdì 23 settembre alle ore 21; sabato 24 settembre alle ore 21 per proporre anche una prima esecuzione italiana di Reinhold Glière insieme con gli Archi dell’Oft; domenica 25 settembre alle ore 12 e alle ore 17.

Per festeggiare l’inverno arriverà il francese Philippe Graffin, violinista dall’originale e raffinato stile esecutivo, in duo con la pianista francese Claire Désert (venerdì 16 dicembre, ore 21), per presentare sonate di Ludwig van Beethoven, Robert Schumann e Claude Debussy, e poi insieme agli Archi (sabato 17 dicembre, ore 21), per suonare Wolfgang Amadeus Mozart e Leóš Janáček.

Domenica 18 dicembre alle ore 12 i tre fratelli del Trio Broz (Barbara al violino, Giada alla viola e Klaus al violoncello) suoneranno un divertimento di Mozart, per poi concludere con Franz Xaver Süssmayr.

Concluderà il festival Cambi di Stagione Antonio Ballista che con il suo pianoforte farà divertire il pubblico eseguendo cinquanta brevi pezzi per offrire una panoramica musicale da Mozart a George Crumb in sessanta minuti.

Nicola Campogrande, direttore del festival Cambi di Stagione, è considerato uno dei compositori più interessanti della giovane generazione italiana. La critica e il pubblico riconoscono nella sua musica freschezza ed espressività, spesso messe al servizio di lavori con una forte componente spettacolare. La sua musica, incisa su ventinove cd, viene eseguita regolarmente in sale prestigiose di tutto il mondo, dal Teatro alla Scala alla Wigmore Hall di Londra, dalla Werner Hall di Cincinnati al Bimhuis di Amsterdam.

Contemporaneamente al Festival Internzionale “Cambi di stagione”, la Fondazione Bottari Lattes propone appuntamenti dedicati all’arte visiva. Sabato 19 marzo alle ore 18 inaugurerà la mostra fotografica “Fontana e Minkkinen: corpi e acqua” dedicata a due fotografi riconosciuti a livello internazionale, Franco Fontana e Arno Rafael Minkkinen, che qui si confrontano sul tema del nudo in rapporto allo spazio circostante.

Biglietti per i concerti pomeridiani e serali: intero 15 euro, ridotto 12 euro.

Biglietti per i concerti mattutini: intero 10 euro, ridotto 8 euro

Ingresso ridotto con Tessera Musei Torino-Piemonte.

I biglietti si possono trovare nei seguenti punti vendita: Fondazione Bottari Lattes (Via Marconi, 16 – Monforte d’Alba, Cn – 333/8685149 o 0173/789282 – dal lunedì al venerdì, ore 9.30-13); Edicola Bruno Luisa (Via Vittorio Emanuele, 1 – Monforte d’Alba, Cn – 0173/78129 – dal lunedì al sabato, ore 8-12 e 15-19); Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero (Piazza Risorgimento, 2 – Alba, Cn – 0173/35833 – info@langheroero.it – dal lunedì al venerdì, ore 9-18 e sabato e domenica 9.30-18).

Il pianista Ramin Bahrami inaugura la seconda edizione del

Festival Internazionale “Cambi di Stagione”

Venerdì 18 marzo 2011, ore 21 – Auditorium Fondazione Bottari Lattes

Monforte d’Alba, via Marconi 16 – Cn

Le date del festival:

18-20 marzo; 17-19 giugno

23-25 settembre; 16-18 dicembre

Con il pianoforte dell’iraniano Ramin Bahrami venerdì 18 marzo alle ore 21 si alza il sipario sulla seconda edizione del Festival Internazionale di musica da camera Cambi di Stagione. La rassegna è organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes e dall’Associazione Premio Bottari Lattes Grinzane di Monforte d’Alba (Cn), presso il loro Auditorium (via Marconi 16), con la direzione artistica dal compositore Nicola Campogrande.

In programma da venerdì 18 marzo fino a domenica 18 dicembre, il festival si presenta come un unicum nel panorama delle rassegne musicali, proponendo sedici concerti suddivisi in quattro momenti magici dell’anno: l’inizio delle stagioni, scanditi da equinozi e solstizi. Si svolgerà da venerdì 18 a domenica 20 marzo (primavera); da venerdì 17 a domenica 19 giugno (estate); da venerdì 23 a domenica 25 settembre (autunno); da venerdì 16 a domenica 18 dicembre (inverno).

Le stagioni dell’anno saranno così nuovamente accolte dalle note dei compositori più amati, interpretate da musicisti di fama internazionale per un viaggio attraverso cinque secoli di musica.

Saranno sul palco circa venti artisti provenienti da tutto il mondo (tra cui Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Iran e Israele): dai pianisti Ramin Bahrami, Antonio Ballista e Alexander Lonquich, al violoncellista Robert Cohen, al violinista Philippe Graffin. Senza dimenticare i giovani talenti, che hanno già ricevuto apprezzamenti in diversi palcoscenici europei, come Francesca Dego (violino), Francesca Leonardi (pianoforte) e i fratelli del Trio Broz (violino, viola e violoncello).

A fare da sfondo ai concerti sarà il paesaggio delle Langhe, capace di trasformarsi in mille intensità cromatiche durante lo sfumare di una stagione in un’altra e di presentarsi con profumi, sapori e proposte enogastronomiche sempre nuovi in ogni periodo dell’anno.

«Il successo della prima edizione – commenta il direttore Nicola Campogrande – è stato sorprendente: ad ogni concerto l’Auditorium si è riempito di un pubblico attento, esigente, festoso, e ogni volta i sorrisi in sala e la generosità degli applausi hanno confermato il piacere fisico, intellettuale, spirituale che la musica è riuscita a recare con sé. Per questo, e con un senso di enorme gratitudine nei confronti degli ascoltatori che ci hanno seguito, abbiamo voluto programmare un’edizione del festival ancora più ambiziosa, con musicisti e programmi che sapranno incuriosire anche le orecchie più esigenti».

Cambi di Stagione è associato con il Charleston Manor Festival (Gran Bretagna), festival estivo dedicato alla musica da camera, diretto dal voloncellista Robert Cohen.

A dare il benvenuto alla primavera sarà Ramin Bahrami, considerato uno tra i più interessanti interpreti bachiani viventi. Nato a Teheran, dopo la rivoluzione politica del suo Paese, Bahrami trova rifugio in Italia, dove si diploma in pianoforte con Piero Rattalino al Conservatorio di Milano. Approfondisce gli studi all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola e con Wolfgang Bloser alla Hochschule für Musik di Stoccarda, e si perfeziona tra gli altri con Rosalyn Tureck, l’artista che ha maggiormente influito sulla sua conoscenza dell’opera pianistica di Bach. Il primo debutto importante avviene nel 1998 al Teatro Bellini di Catania. Da questo momento  si susseguono le esibizioni presso le maggiori istituzioni musicali d’Italia, e nel 2008 alla Wigmore Hall di Londra. Nel 2009 Decca Universal (con la quale ha un contratto in esclusiva) ha pubblicato Ramin Bahrami plays Bach, box di sei cd con tutte le registrazioni bachiane incise fino a quel momento e una selezione di esecuzioni live. È in uscita (22 marzo) l’album Johann Sebastian Bach: Piano concertos (Decca), realizzato don la Gewandhausorchester di Lipsia, diretta da Riccardo Chailly.

A Monforte eseguirà due concerti e, a segnare una assoluta novità nella sua carriera, proporrà la sua interpretazione anche di pagine non bachiane: venerdì 18 marzo (ore 21) eseguirà Wasserklavier di Luciano Berio, uno dei Six Encores, scritti tra il 1965 e il 1990, caratterizzati da forma breve, aforistica e solo apparentemente disimpegnata, e di Jahannes Brahms presenterà i Sei pezzi per pianoforte op. 118. Johann Sebastian Bach sarà invece in programma con la Sonata n. 3 per violino solo BWV 1005 l’Adagio in sol maggiore BWV 968 (trascritto per tastiera dello stesso Bach) e la Partita n. 6 in mi minore per clavicembalo BWV 830.

Sabato 19 marzo alle ore 21 insieme agli Archi dell’Orchestra Filarmonica di Torino e a Sergio Lamberto (maestro concertatore), Bahrami presenterà in prima esecuzione assoluta Energy/Fly, la versione per orchestra d’archi del nuovo quartetto del giovane compositore francese Régis Campo, appositamente preparata per Cambi di Stagione. Energia, allegria ed umorismo sono le caratteristiche del brano che, nella sua versione quartettistica, ha debuttato con successo in Giappone lo scorso giugno.

Bahrami e gli Archi dell’Oft proporranno quindi due concerti per clavicembalo di Bach, arrangiamenti da pezzi composti in origine per violino, oboe o flauto e orchestra, scritti in larga parte dal compositore durante la sua permanenza a Köthen tra il 1717 e il 1723. Si tratta del Concerto in re maggiore per clavicembalo e archi BWV 1054, trascrizione quasi fedele del concerto per violino BWV 1042, abbassato di un tono, e del Concerto in la maggiore per clavicembalo e archi BWV 1055, lavoro maturo e molto elaborato, basato su un concerto per oboe. Dalla raccolta di preludi e fughe Il clavicembalo ben temperato, gli Archi dell’Oft proporranno anche Preludio e fuga a 3 voci n. 4 in do diesis minore BWV 873 e Preludio e fuga a 3 voci n. 24 in si minore BWV 893, nelle trascrizioni per orchestra d’archi di David Del Puerto.

Domenica 20 marzo alle ore 12 sarà protagonista l’arpa di Floraleda Sacchi, una delle più originali arpiste sulla scena internazionale, da sempre dedita al repertorio solistico e alla musica da camera. Suona in importanti sale e festival in tutto il mondo e ha pubblicato diversi album tra cui: Minimal Harp (2008, Decca), un progetto per arpa sola; Harp Dances (2010, Decca), dedicato a ritmi di danza di autori spagnoli; Harp Favorites, con grandi classici della musica barocca (Deutsche Grammphon), Sophia Corri, una monografia per arpa sola (2009, Tactus), e Chiaroscuro (2007, Amadeus Arte), dove presenta per la prima volta le proprie composizioni. Dopo spettacoli di successo come Viaggio sulla Luna prodotto dal Planetario di Milano e Parole Alate con Moni Ovadia, ha recentemente collaborato con Ottavia Piccolo per Donna non rieducabile e ha recitato nell’omonimo film presentato alla sessantaseiesima mostra del cinema di Venezia, per il quale ha composto le musiche. Tra il 1997 e il 2003 ha vinto sedici competizioni internazionali. Le hanno dedicato brani originali numerosi compositori, tra i quali Nicola Campogrande, Peter Machajdik, Claudia Montero, Paolo Castaldi, David Clarck Little, Dimitri Nicolau, Gianluca Cangemi, Jean Chatillon, Luis Berenguer, Gianluca Podio.

A Cambi di Stagione Floraleda Sacchi aprirà il concerto con l’Allegro (Toccata per arpa sola) dalla Sonata VI in la maggiore di Pierdomenico Paradisi, conosciuto come uno dei brani dello storico Intervallo Rai. Suonerà quindi Jahla for Leopold Stowkowski e il quarto pezzo per arpa Avalokiteshvara di Lou Silver Harrison (1917-2003), progenitore dei minimalisti americani; Metamorphosis 1 e Metamorphosis 3, scritti da Philip Glass nel 1988 come adattamento teatrale di Metamorfosi di Franz Kafka; Pari intervallo di Arvo Pärt (nell’arrangiamento per arpa di Elinor Bennett), che si distingue per la sua musica dalle ripetizioni melodiche elementari, sequenze ritmiche ipnotiche, assenza di tonalità e modulazione. Concluderà con brani di autori spagnoli e argentini: Oriental e Andaluza da Danzas Españolas op. 37 del post-romantico Enrique Granados; Asturias e Cuba da Suite Española op. 42 per pianoforte di Isaac Albéniz, erede del virtuosismo lisztiano; Evocaciones (En algùn lugar de Plaza Francia, Buenos Aires bajo lluvia e Buenos Aires despierta) di Claudia Montero, giovane compositrice argentina.

Sempre domenica 20, alle ore 17 si terrà il concerto in duo delle giovanissime Francesca Dego (violino) e Francesca Leonardi (pianoforte).

Francesca Dego, vincitrice di numerosi concorsi nazionali e internazionali, nel 2008 è stata la prima violinista italiana a entrare in finale al Premio Paganini di Genova dal 1961, aggiudicandosi inoltre il premio speciale Enrico Costa riservato al più giovane finalista. La sua carriera l’ha portata a esibirsi in Italia, Stati Uniti, Messico, Argentina, Uruguay, Israele, Inghilterra, Irlanda, Germania e Svizzera. Diplomata al Conservatorio di Milano, si è poi perfezionata all’Accademia Stauffer di Cremona e all’Accademia Chigiana di Siena e al Royal College of Music di Londra. Ha suonato con importanti orchestre in tutto il mondo e ha lavorato con direttori di fama internazionale. È attiva anche in ambito cameristico. I suoi due primi cd, pubblicati nel 2005 e nel 2006 dalla Sipario Dischi, hanno incontrato subito il favore della critica.

Francesca Leonardi fin da giovanissima si è segnalata in diversi concorsi pianistici nazionali ed internazionali, vincendo quattordici primi premi. Diplomata al Conservatorio Verdi di Milano, ha tenuto recital in Italia, Regno Unito, Francia, Svezia, Svizzera e Giappone. Dopo il debutto a 16 anni, si è esibita come solista con diverse orchestre. Nel 2007 è uscito, per le Edizioni musicali, Classica Viva. Svolge attività concertistica anche nel campo della musica da camera collaborando con strumentisti e cantanti ed esibendosi regolarmente con la violinista Francesca Dego.

In programma la Sonata n. 9 in la maggiore per violino e pianoforte op. 47 “a Kreutzer” di Ludwig van Beethoven, nota per la difficoltà della parte del violino, l’insolita lunghezza e la grande portata emotiva (il primo movimento è prevalentemente furioso, il seconda meditativo e il terzo gioioso ed esuberante). Seguirà la Sonata in la maggiore per violino e pianoforte M. 8 (1886) di César Franck, uno dei primi esempi di sonata ciclica, dove il tema principale, esposto dal violino nel primo tempo, è riproposto e rielaborato in tutti e quattro i tempi, così come molti altri frammenti tematici.

 

Il cartellone del festival proseguirà con gli appuntamenti estivi, autunnali e invernali.

La luce dell’estate sarà salutata venerdì 17 giugno (ore 21) da Cristina Barbuti e dal musicista tedesco Alexander Lonquich che con un concerto per pianoforte a quattro mani faranno risuonare l’Auditorium con le note di Igor Stravinskij, Claude Debussy e Ludwig van Beethoven.

Sabato 18 giugno alle ore 21 saranno nuovamente sul palco gli Archi dell’Orchestra Filarmonica di Torino, complesso residente del Festival, guidato da Sergio Lamberto, con Wolfgang Amadeus Mozart, Edvard Elgar, Béla Bartók e Antonín Dvořák.

Domenica 19 giugno alle ore 12 il curioso trio di violino, violoncello e fisarmonica formato da Alessandro Tampieri, Alessandro Palmeri e Giorgio Dellarole, proporrà un’esplorazione di repertorio barocco, da Nicola Matteis ad Alessandro Stradella, da Antonio Vivaldi a Francesco Antonio Bonporti fino a Tomaso Antonio Vitali.

Torna quindi Alexander Lonquich con Franz Schubert e Franz Liszt.

Accoglierà l’autunno dall’Inghilterra Robert Cohen, uno dei più famosi violoncellisti del mondo. Suonerà insieme a Massimo Quarta (violino), Yuval Gotlibovitch (violista israeliano) ed Heini Kärkkäinen (pianista finlandese). In programma Franz Schubert, Felix Mendelssohn, Wolfgang Amadeus Mozart, Maurice Ravel, Johannes Brahms ed Ernest Bloch, in trio o in quartetto: venerdì 23 settembre alle ore 21; sabato 24 settembre alle ore 21 per proporre anche una prima esecuzione italiana di Reinhold Glière insieme con gli Archi dell’Oft; domenica 25 settembre alle ore 12 e alle ore 17.

Per festeggiare l’inverno arriverà il francese Philippe Graffin, violinista dall’originale e raffinato stile esecutivo, in duo con la pianista francese Claire Désert (venerdì 16 dicembre, ore 21), per presentare sonate di Ludwig van Beethoven, Robert Schumann e Claude Debussy, e poi insieme agli Archi (sabato 17 dicembre, ore 21), per suonare Wolfgang Amadeus Mozart e Leóš Janáček.

Domenica 18 dicembre alle ore 12 i tre fratelli del Trio Broz (Barbara al violino, Giada alla viola e Klaus al violoncello) suoneranno un divertimento di Mozart, per poi concludere con Franz Xaver Süssmayr.

Concluderà il festival Cambi di Stagione Antonio Ballista che con il suo pianoforte farà divertire il pubblico eseguendo cinquanta brevi pezzi per offrire una panoramica musicale da Mozart a George Crumb in sessanta minuti.

Nicola Campogrande, direttore del festival Cambi di Stagione, è considerato uno dei compositori più interessanti della giovane generazione italiana. La critica e il pubblico riconoscono nella sua musica freschezza ed espressività, spesso messe al servizio di lavori con una forte componente spettacolare. La sua musica, incisa su ventinove cd, viene eseguita regolarmente in sale prestigiose di tutto il mondo, dal Teatro alla Scala alla Wigmore Hall di Londra, dalla Werner Hall di Cincinnati al Bimhuis di Amsterdam.

Contemporaneamente al Festival Internzionale “Cambi di stagione”, la Fondazione Bottari Lattes propone appuntamenti dedicati all’arte visiva. Sabato 19 marzo alle ore 18 inaugurerà la mostra fotografica “Fontana e Minkkinen: corpi e acqua” dedicata a due fotografi riconosciuti a livello internazionale, Franco Fontana e Arno Rafael Minkkinen, che qui si confrontano sul tema del nudo in rapporto allo spazio circostante.

Biglietti per i concerti pomeridiani e serali: intero 15 euro, ridotto 12 euro.

Biglietti per i concerti mattutini: intero 10 euro, ridotto 8 euro

Ingresso ridotto con Tessera Musei Torino-Piemonte.

I biglietti si possono trovare nei seguenti punti vendita: Fondazione Bottari Lattes (Via Marconi, 16 – Monforte d’Alba, Cn – 333/8685149 o 0173/789282 – dal lunedì al venerdì, ore 9.30-13); Edicola Bruno Luisa (Via Vittorio Emanuele, 1 – Monforte d’Alba, Cn – 0173/78129 – dal lunedì al sabato, ore 8-12 e 15-19); Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero (Piazza Risorgimento, 2 – Alba, Cn – 0173/35833 – info@langheroero.it – dal lunedì al venerdì, ore 9-18 e sabato e domenica 9.30-18).

Raffaella - Redazione MpA

Appassionata di scrittura creativa e musica. Dalla classica alla lirica, dal pop al metal, senza distinzione di genere ma solo lasciandosi trasportare dalle emozioni e dai mondi fantastici in cui solo la musica ti sa trasportare. Da sempre affascinata dal web e dalle grandi potenzialità offerte dalla Rete e dai social network. Nel 2002, complice MUSICApuntoAMICI, ha conosciuto suo marito Domenico. Grazie a quell’incontro si è avvicinata alla scrittura di articoli di musica per il sito dedicandosi in particolare alla musica emergente italiana. Il lavoro le ha fatto cambiare vita e città ma quella visione aperta su chi vuole entrare da protagonista nel mondo della musica e quel progetto nato per creare uno spazio libero per la musica emergente italiana, non l’hanno più abbandonata.

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