Corso di metrica: 1, il testo della canzone
Eccoci giunti alla seconda edizione del corso di metrica dedicato a tutti coloro che vogliono imparare a scrivere testi perfetti dal punto di vista tecnico. Come detto nella lezione introduttiva, anche se non è più necessario sostenere l’esame per iscriversi alla sezione musica della SIAE, è secondo me importante conoscere le basi tecniche per scrivere un testo da professionisti.
La canzone, dal punto di vista letterario, può essere considerata a tutti gli effetti una poesia. E come la poesia, deve avere una struttura ritmica che ciclicamente si ripeta. Tutte le vecchie canzoni seguivano alla lettera quanto appena detto.
Lo schema classico di un testo (strofa-strofa-ritornello-strofa-ritornello) prevedeva che la metrica di ogni strofa fosse uguale alle altre strofe ed i ritornelli identici tra loro.
Oggi si tende a scrivere testi liberi dalla struttura classica, lasciando spazio alla fantasia e alla musica: strofe e ritornelli a volte confusi insieme e a volte strofe con strutture diverse le une dalle altre. Ciò è dovuto alla nascita del fenomeno cantautoriale. Un fenomeno nato a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta che col passare del tempo ha assunto un ruolo sempre più vasto. Esempio su tutti sono i testi di Fabrizio De Andrè, dove la regolarità metrica, in molti casi, è praticamente inesistente. A volte il ritornello si conclude in un orecchiabile assolo musicale che fa da intermezzo alle strofe.
Molti cantautori hanno ‘sacrificato’ la metrica per esigenze di carattere sociale. Sembrerà un’affermazione strana ma fateci caso… sono proprio le canzoni di denuncia sociale di cantautori come Guccini che, concentrando l’attenzione sulla forza delle parole più che della musica, fanno a meno della “regolarità ritmica” delle parole stesse. Consiglio a questo proposito l’ascolto de La locomotiva.
Con il termine metrica si intende il complesso delle norme che regolano la composizione e il ritmo di un verso e la formazione della strofe (definizione tratta da Virgilio Sapere). La differenza con la prosa è evidente. Un testo scritto in metrica ha un suo ritmo che gli consente di “sopravvivere” anche al di fuori di una eventuale musica, perché è il ritmo dentro di esso che lo rende “cantabile”. Se ad un testo così strutturato si aggiunge la musica ecco che insieme, musica e testo, realizzano quell’alchimia chiamata canzone.
A questo proposito merita una citazione particolare la poesia di Giosué Carducci, San Martino che, molti di voi ricorderanno, è stata trasformata magistralmente in musica da Fiorello e che tutti noi ricordiamo più come “canzone di Fiorello” che come “poesia di Carducci”.
La nebbia agli irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirarTra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’esuli pensieri,
Nel vespero migrar.
In una delle lezioni successive torneremo ad analizzare questo testo. Per ora vi lascio a un esercizio che, può sembrare banale, ma in realtà inizia a stimolare la mente su quella che è la costruzione ritmica di una canzone. E serve anche a voi stessi per capire il vostro grado di conoscenza della metrica.
Esercizio n. 1
Analizzare i testi seguenti e individuare quello più regolare dal punto di vista metrico. Chi ne ha voglia, può lasciare un commento con la risposta.
A) Tra te e il mare (testo di B. Antonacci)
Non ho più paura di te
Tutta la mia vita sei tu
Vivo di respiri che lasci qui
Che consumo mentre sei via
Non posso più dividermi tra te e il mare
Non posso più restare ferma ad aspettare
Io che avrei vissuto da te
Nella tua straniera città
Sola, con l’istinto di chi sa amare
Sola, ma pur sempre con te
Non posso più dividermi tra te e il mare
Non posso più sentirmi stanca di aspettare
B) Iris tra le tue poesie (testo di B. Antonacci)
dimmi dove, dimmi come….
e con che cosa ascoltavi la mia vita, quando non stavo con te…..
e che sapori e che umori respiravi, quando non stavi con me…
Iris mi viene da dirti…TI AMO e lo sai non l’ho detto mai
Il mio nome….dillo piano…
lo vorrei sentire sussurrare adesso…che ti sono vicino
la tua voce, mi arriva, suona come un’onda che mi porta il mare,
ma che cosa di più….
Iris ti ho detto TI AMO…e se questo ti piace rimani con me
— INDICE DEL CORSO —
secondo me tra i due brani analizzati quello che risponde ai canoni metrici dello schema classico ( strofa/strofa/ritornello/strofa/ritornello) di un testo è il brano “Tra te e il mare” di Biagio Antonacci
Maria Carmela, per ora non dico se hai risposto esattamente, per non togliere spazio ad altri eventuali partecipanti. Volevo però precisare che nella traccia dell’esercizio non intendevo dire quale dei testi rispetta lo schema classico (strofa/strofa ecc…) ma quale, ha identità metrica tra i versi della prima strofa e quelli della seconda. Spero di essere stato più chiaro adesso e comunque grazie per aver partecipato!
tra i due brani in esame quello che ha più identità metrica tra i versi della prima e seconda strofa penso che sia Iris
Maria Carmela
in primis vorrei farti i complimenti e i ringraziamenti per questo corso….poche sono le persone che gratuitamente affrontano temi che molti conservano gelosamente grazie…
per la risposta io penso che tra le due sia la prima che risponde piu ad una metrica classica, infatti c’è o almeno così mi sembra che si ripeta molto compresso lo schema che tu hai detto supponendo che :
Non posso più dividermi tra te e il mare
Non posso più restare ferma ad aspettare
sia il ritornello
ti ringrazio ancora ti seguirò assiduamente .:):):)
ciaoooo
o cacchio ho lettodopo il commento
quindi…ascoltandole mi sebra anche a me che la piu regolare sia irissss
🙂
Tra te e il mare
IRIS senza dubbio….
credo…
:-))
secondo me iris…
dimmi dove, dimmi come….
Il mio nome….dillo piano…
sopratutto in questi due versi mi sembra molto regolare la metrica
ah volevo ringraziarvi per questo corso, è molto importante per me… sogno di diventare una brava autrice un giorno e grazie a voi posso iniziare a seguire il mio sogno!
bhe!!io non sono in grado di giudicare quale fra i due brani sia il più bello, però,da ingnorante in materia di metrica sono al 99% convinto che sia “tra te e il mare” eh si le frasi hanno la stessa durata di tempo:
1° strofa:
non ho più paura di te
tutta la mia vita sei tu…
2°
io che avrei vissuto da te
nella tua straniera città
1°
vivo di respiri che lasci qui
che consumo mentre sei via
2°
sola con l’istinto di chi sa amare
sola ma pur sempre con te
………………………………….
si penso proprio che sia questa …
SECONDO ME IL TESTO PIU REGOLARE DAL PUNTO DI VISTA METRICO E IRIS
IRIS
Grazie per questo corso per meè importantissimo…ho moltissima paura di questo mondo ma ho foretemnte dentro l’ amore profondo per la musica e vorrei diventare un’ autrice all ‘ altezza…premesso ciò….
continuo con il dire ke secondo me anche “tra te e il mare” è metricamente regolare..perkè le frasi hanno la stessa durata e il suono è più cantabile seppure letto….grazie ancora
Per fra entrambe quella piu’ regolare dal punto di vista metrica è ” Iris tra le tue poesie”.
Posso chiedere da cosa si capisce?? comunque secondo me potrebbe essere iris.
@Palmie = Per non “svelare” qui la risposta corretta… ti dico solo che questa – e la relativa spiegazione – si trovano nel secondo articolo del corso:-) Grazie per aver partecipato.
Io dico “tra te e il mare” perche’ e’ molto ripetitiva 😀
secondo me è il secondo testo IRIS . Il primo testo viene legato dalla musica , se lo si legge senza non ha ritmo.
tra te e il mare biaggio antonacci
tra te il mare i ritornelli sono identici strofa ritornello strofa ritornello
tra te e il mare
saluti
Io direi tra te e il mare
per me iris
secondo me, tra te e il mare
Tra te e il mare
“Tra te e il mare” ha una struttura metrica strofa-ritornello mentre la metrica del verso è imprecisa: per lo più nelle strofe i versi sono novenari, mentre il ritornello usa versi di 13 sillabe, tuttavia non sempre la lunghezza del verso viene rispettato, come “Vivo di respiri che lasci qui” che è di 11 sillabe o “Sola, con l’istinto di chi sa amare”.
In Iris invece non ho trovato una vera e propria struttura metrica (nessuna distinzione strofa-ritornello) nè una qualche predilezione ritmica dei versi. L’unico stacco presente nel testo è tra quello tra versi lunghi e quelli brevi (come ad es.dimmi dove, dimmi come/Il mio nome….dillo piano/ma che cosa di più ) dove questi ultimi potrebbero svolgere, per l’orecchio, la funzione dello stacco ritmico solitamente fornito dal ritonello.
Riguardo la struttura della canzone, ossia la metrica, credo sia molto più “classica” e metriçamente meglio strutturata la A. In quanto sia come assonanza tra versi che Come melodia la A sia più regolare, ma non solo in questo, anche riguardo la “durata” delle frasi come lunghezza sia ritmica che frasale. A.
penso sia tra te e il mare
farfalla libera
ora che
la nostra storia e finita,
mi sento una farfalla libera:
libera di volare,
libera di andaare
dove più mi piace.
e non importa se volo alto
o volo basso ; ciò che conta
è che sto volando
via da tee e dalla tua opprimente prigione.
sono, ormai una farfalla libera ;
ogni ggiorno che passa mi sento rinascere
ogni giorno
e sempre più bello
lontano da te.